mercoledì 14 aprile 2010

FORME DI STATO

di Cuman Manuela

FORMA DI STATO
Indica il modo in cui è organizzato il potere politico sul territorio. In relazione alla loro forma, gli Stati si distinguono in unitari, regionali e federali.

FORMA DI STATO UNITARIO

Lo Stato unitario è caratterizzato da un unico popolo, un unico territorio e un unico governo.
Uno stato unitario può essere di tipo accentrato o di tipo accentrato.
- è accentrato quando l’attività di governo è esercitata in modo esclusivo o prevalente da organi centrali, con competenza su tutto il territorio nazionale, o comunque da organi periferici dipendenti da quelli centrali.
- È decentrato quando l’attività di governo è svolta anche da organi locali, con competenza solo su una parte del territorio nazionale (decentramento amministrativo di tipo gerarchico), e da enti locali o territoriali ( decentramento amministrativo di tipo autarchico).

FORMA DI STATO REGIONALE

Lo Stato regionale è caratterizzato dal riconoscimento delle autonomie locali, in quanto attua un decentramento amministrativo legislativo e amministrativo a favore degli enti locali, con una propria popolazione, un proprio territorio e un proprio governo.
Gli enti locali sono titolari di un potere derivato dallo Stato ed esercitano solo le funzioni delegate dallo Stato.

FORMA DI STATO FEDERALE

Lo Stato federale è uno stato formato da più stati federati, che attribuiscono allo Stato centrale alcune funzioni. A differenza degli enti locali, gli Stati federati hanno una vera e propria sovranità e sono titolari esclusivi di tutte le funzioni che non delegano espressamente allo Stato federale.

FORMA DI GOVERNO
Indica il modo in cui viene ripartito il potere politico tra gli organi costituzionali

LA MONARCHIA
La monarchia è una forma di governo caratterizzata dal fatto che il potere del re (la cui carica di solito è ereditaria e a vita) è un potere originario, personale e trasmissibile. Può assumere la forma di una monarchia assoluta, di una monarchia costituzionale pura o di una monarchia parlamentare.

FORMA DI GOVERNO – MONARCHIA ASSOLUTA

Nella monarchia assoluta il potere politico è accentrato nelle mani del sovrano che esercita in modo diretto o indiretto, attraverso organi dipendenti, il potere legislativo, esecutivo e giudiziario.

FORMA DI GOVERNO – MONARCHIA COSTITUZIONALE PURA

Nella monarchia costituzionale pura il potere politico del re è limitato dalla esistenza di una costituzione, che introduce una separazione dei poteri dello Stato: il re conserva un ruolo centrale, ma è potere legislativo, esecutivo e giudiziario vengono esercitati da organi costituzionali indipendenti.

FORMA DI GOVERNO – MONARCHIA PARLAMENTARE

Nella monarchia parlamentare il ruolo politico del re diviene prevalentemente formale e il Parlamento assume un ruolo centrale, come organo eletto dai cittadini: in particolare il Governo, che viene nominato dal re, deve essere sostenuto dalla maggioranza del Parlamento ed è obbligato a dimettersi se viene meno questo rapporto di fiducia.

REPUBBLICA
La repubblica è una forma di governo caratterizzata dal fatto che il potere del Capo dello Stato (la cui carica di solito è elettiva e a termine) è un potere derivato, impersonale e non trasmissibile. Può assumere la forma di una repubblica parlamentare, presidenziale, semipresidenziale o direttoriale.

FORMA DI GOVERNO – REPUBBLICA PARLAMENTARE

Nella repubblica parlamentare il Parlamento esercita una funzione di indirizzo e di controllo politico sul Governo, in quanto l’organo esecutivo viene nominato dal Capo dello Stato ma deve ottenere e mantenere la fiducia dell’organo legislativo. La repubblica parlamentare può presentare una notevole instabilità governativa: se si verifica una crisi di governo, il Parlamento può non concedere la fiducia o votare la sfiducia al Governo in carica e in questo caso il Capo dello Stato può procedere alla nomina di un nuovo Governo oppure allo scioglimento delle camere e alla indizione delle elezioni anticipate.

FORMA DI GOVERNO – REPUBBLICA PRESIDENZIALE (STATI UNITI)

Nella repubblica presidenziale il Capo dello Stato è anche capo del Governo, che è responsabile soltanto nei suoi confronti, nel senso che rimane in carica per tutta la durata del mandato presidenziale e non deve avere la fiducia del Parlamento, che non può provocare una crisi di governo con un voto di sfiducia. La repubblica presidenziale presenta una maggiore stabilità governativa rispetto alla repubblica parlamentare, ma l’organo esecutivo non è sottoposto all’indirizzo e al controllo politico dell’organo legislativo.

FORMA DI GOVERNO – REPUBBLICA SEMIPRESIDENZIALE (FRANCIA)

Nella repubblica semipresidenziale il Capo dello Stato è titolare del potere esecutivo insieme al Capo del Governo, che viene nominato dal Capo dello Stato e in seguito può essere obbligato a dimettersi se la maggioranza del Parlamento vota la sfiducia nei suoi confronti.

FORMA DI GOVERNO – REPUBBLICA DIRETTORIALE (SVIZZERA)

Nella repubblica direttoriale il Parlamento elegge il Governo, che rimane in carica per tutta la durata della legislatura, e uno dei componenti del Governo svolge a rotazione la funzione di Capo del Governo e di Capo dello Stato.

lunedì 22 marzo 2010

GESTIONE DELLE PERIFERICHE

I SISTEMI DI I/O
di Riccardo Di Maggio
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Il sistema di i/o è formato da un insieme di componenti (chiamate porte) che permettono il trasferimento delle informazioni dal mondo esterno al mondo interno e viceversa.
Per mondo esterno si intende l’insieme degli equipaggiamenti periferici del calcolatore (video, stampante, mouse, dischi ecc.). Tale sistema può essere composto da semplici bus con alcuni controllori, a cui sono collegate delle periferiche, che sono direttamente gestiti dalla CPU. Può essere invece un vero e proprio processore di I/O (chiamato canale) che gestisce tutta la comunicazione tra il mondo esterno e il calcolatore, liberando così la CPU da questo compito.
Le periferiche vengono chiamate così proprio perché si trovano alla periferia di un calcolatore anche se spesso sono indispensabili al suo funzionamento.

MEMORIE AUSILIARIE
Le memorie ausiliarie sono le cosiddette memorie “aggiunte”, che non fanno parte integrante della macchina stessa. Esse sono in grado di conservare le informazioni e i dati in modo permanente, poiché vengono usate per scrivere i dati e reperirli successivamente, sono viste come periferiche di input e/o periferiche di output (I/O).
Queste memorie sono molto meno costose della memoria centrale e sono più lente. Per questo motivo sono utilizzate per mantenere le informazioni che non servono continuamente e vi si fa accesso solo al momento dell’uso. Queste memorie sono di diverso tipo, più o meno veloci e più o meno costose.
Relativamente al tipo di accesso, si parla di acceso diretto quando è possibile accedere direttamente a un dato conoscendone la sua locazione nella memoria; l’accesso è invece detto sequenziale quando per accedere a un certo dato bisogna prima far scorrere tutti i dati che lo precedono.
In base al tipo di supporto di memorizzazione usato si possono invece suddividere le memorie in magnetiche e ottiche. Le prime sfruttano le proprietà che alcuni materiali hanno di magnetizzarsi in un senso o in un altro, permettendo così di distinguere due stati (zero e uno). Le seconde invece sfruttano la proprietà che ha la luce del laser di riflettersi in modo differente attraverso i materiali per poter individuare anche in questo caso due stati (zero e uno).
Vi è poi un altro tipo di supporto, ormai non più usato ma diffusissimo parecchi anni fa, che è stato il primo mezzo utilizzato per memorizzare in modo permanente le informazioni: la scheda perforata. Anche se obsoleto come mezzo, i concetti su cui si basa la memorizzazione delle informazioni sono in parte gli stessi utilizzati da molti dei supporti magnetici attuali.
Va inoltre precisato che, anche se dal punto di vista funzionale ogni memoria di massa può essere vista come un unico dispositivo, bisogna in realtà distinguere tra mezzo di supporto delle informazioni e strumento per la lettura e scrittura delle stesse (driver). La carta è il mezzo per conservare le informazioni, la penna è la periferica che permette di scriverci sopra, mentre gli occhi sono le periferiche per la lettura. In seguito viene descritto, per ogni tipo di memoria, sia il supporto utilizzato sia la periferica ( o le periferiche) in grado di utilizzarlo.
LE PERIFERICHE
Le periferiche sono divise essenzialmente in periferiche di input e periferiche di output a seconda che vengano utilizzate per far entrare dati nell’elaboratore o per farli uscire. Esistono inoltre periferiche di input/output, cioè utilizzabili sia per l’input sia per l’output. Le periferiche di memorizzazione ad esempio possono essere viste anche come periferiche di input/output (ad esempio i nastri o i dischi). Esistono invece periferiche specifiche per le funzioni di input, altre per quelle di output, e altre ancora per entrambe.
Queste periferiche servono per permettere all’uomo di colloquiare con il calcolatore utilizzando modalità più semplici per l’uomo stesso al posto del linguaggio della macchina formato da zeri e uno.
GESTIONE DELLE PERIFERICHE
Il collegamento tra unità centrale e periferiche avviene generalmente tramite interfacce. Il sistema mette a disposizione un’area (buffer o registro dati) destinata a parcheggiare i dati provenienti dall’elaboratore e diretti verso la periferica e viceversa; tale area serve per garantire l’indipendenza tra i tempi di lavoro delle varie componenti che hanno caratteristiche diverse. Poiché i tempi di elaborazione della CPU sono notevolmente superiori rispetto a quelli di una periferica, è necessario realizzare un meccanismo di sincronizzazione per evitare situazioni di errore.
Lo scopo del registro dati è quello di rendere asincrono il modo di operare delle periferiche rispetto al modo di operare dell’elaboratore.
Per realizzare l’operazione di scrittura la CPU pone i dati da stampare o da visualizzare nel buffer che la periferica è in grado di prelevare secondo i suoi tempi di lavoro. È necessario che queste operazioni siano sincronizzate: la CPU non può inserire dati nel buffer se questo è già pieno e d’altro canto la periferica potrà prelevarli soltanto se il buffer non è vuoto.
PERIFERICHE VIRTUALI
Le periferiche sono generalmente dedicate, di volta in volta, a un singolo processo in esecuzione, costituendo di fatto un “collo di bottiglia” per l’efficienza del sistema, se ad esempio è assegnata a un processo, tutti gli altri che la richiedono dovranno attendere la conclusione del processo in esecuzione per poter avanzare. Per ovviare a questo problema, alle periferiche reali vengono associate delle aree su disco che costituiscono delle periferiche virtuali.
L’operazione di scrittura sulla stampante corrisponde a un’operazione di scrittura sul disco che, essendo una periferica condivisa, può essere ripartita fra i vari processi. Quando termina il processo che ha utilizzato la periferica virtuale, tutte le informazioni presenti sul disco possono essere trasferite, senza interruzione, sulla periferica reale. La tecnica di associazione fra periferiche virtuali e periferiche reali viene chiamata tecnica di spool (Simultaneous Peripheral Operation On Line) o spooling; la periferica virtuale è detta disco di spool.

giovedì 11 marzo 2010

LA GESTIONE DELLA MEMORIA

di Francesca Carotenuto

Un programma,prima di essere eseguito,deve essere caricato nella memoria centrale:gli deve cioè essere assegnata una certa quantità di byte di memoria centrale in grado di contenere la sua zona dati(le variabili) e la sua zona istruzioni scritte in un linguaggio macchina.
Il gestore della memoria è formato dai moduli del sistema operativo che si occupano di:
- tenere aggiornato lo stato di ogni locazione di memoria;
- assegnare la memoria centrale ai processi che ne fanno richiesta;
- gestire il recupero della memoria centrale quando un processo termina.
Poiché la memoria centrale è una risorsa limitata,processi molto onerosi potrebbero non essere eseguibili. Con la tecnica della memoria virtuale si accettano lavori di qualsiasi dimensione e si portano in memoria centrale solo quelle porzioni che devono essere eseguite.
È come avere a disposizione una memoria di capacità di gran lunga superiore a quella effettiva,ecco perché virtuale.
Esistono due tecniche per la gestione della memoria virtuale:
• richiesta di pagine;
• segmentazione.

RICHIESTA DI PAGINE

Il meccanismo della paginazione prevede che la memoria centrale sia suddivisa in blocchi aventi tutti la stessa dimensione e lo spazio degli indirizzi di un programma è suddiviso logicamente in parti chiamate pagine.
I blocchi hanno la stessa dimensione delle pagine,in genere multipli di 2k e l’allocazione del programma avviene quando in memoria centrale esiste almeno un blocco libero.
Quando il sistema operativo deve caricare una pagina nella memoria centrale si possono verifica due casi.
Caso 1
Nella memoria centrale ci sono blocchi liberi:il sistema operativo può caricare effettivamente la pagina dalla memoria di massa alla memoria centrale.
Caso 2
Nella memoria centrale non ci sono blocchi liberi:prima di caricare la pagina il sistema operativo deve scegliere,fra tutte le pagine presenti nella memoria centrale quale trasferire nella memoria di massa per liberare un blocco e questo può avvenire attraverso:
1. FIFO: viene rimpiazzata la pagina che da più tempo risiede in memoria centrale,cioè la più vecchia. La prima pagina a entrare sarà la prima a uscire in caso di necessità.
2. ALGORITMO LRU(Last Recently Used): viene rimpiazzata la pagina che da più tempo non è usata poiché presumibilmente non sarà richiesta entro breve tempo.

SEGMENTAZIONE

In un sistema a memoria virtuale basato sulla segmentazione il programma viene diviso in porzioni,dette segmenti,che corrispondono a unità logiche definite dal programmatore come ad esempio un array,una tabella,una routine.
Lo spazio degli indirizzi di un programma si può allora pensare composto da diversi segmenti che vengono caricati in memoria centrale solo quando se ne presenta la necessità.