martedì 25 maggio 2010

Italia 1896-1914

di Esmeralda Shehu

L’Italia 1896-1914

La crisi di fine secolo e l’assassino di Re Umberto I
Dopo la caduta del governo Crispi nel 1896, i successivi governi diminuirono l’intensità del conflitto politico e doganale con la Francia e si trovarono a dover affrontare il disagio sociale del Paese. Sidney Sonnino propose di ripristinare la prassi prevista per lo Statuto Albertino, per cui il governo è responsabile di fronte al re e non al Parlamento. Nel 1898 si ebbero decine di morti in un eccidio a Milano nel corso di una manifestazione pacifica. Il generale Pelloux, chiamato dal re al governo, propose in Parlamento alcune leggi eccezionali, sostenute dallo stesso re; Giolitti è tra gli oppositori e l’opposizione parlamentare vince una dura battaglia politica. Nel 1900 l’anarchico Bresci uccide a Monza il re Umberto I per vendicare i morti di Milano del 1898.

La svolta liberale e l’età giolittiana
Il nuovo re Vittorio Emanuele III diede l’incarico al nuovo liberale Zanardelli di formare il nuovo governo, di cui Giolitti divenne ministro dell’interno. Aveva così inizio l’età giolittiana, durata fin quasi alla guerra mondiale. Giolitti propose al socialista riformista Filippo Turati di entrare nell’esecutivo, pur offendo la propria collaborazione sul piano parlamentare. Giolitti modificò a fondo l’impostazione dell’azione del governo, mantenendo mantenendolo estraneo ai conflitti di lavoro e non facendo intervenire la polizia neppure in caso di gravi scioperi, come quello generale del 1904.
Giolitti modificò a fondo anche la politica del governo nei confronti dei cattolici, cercandone l’alleanza, ottenuta co il patto Gentiloni del 1913 siglati ai fini elettorali. Nello stesso anno venne votata una legge che istituiva in Italia il suffragio universale maschile.

La politica economica
I governi di Giolitti si caratterizzarono per il rigore dell’amministrazione pubblica, anche se non mancano le accuse di clientelismo. La situazione economica internazionale era in rapida e positiva evoluzione e di questa corrente favorevole l’Italia potè approfittare per una di una ragioni: il clima di fiducia nato grazie alla stabilità delle istituzioni garantite dal controllo giolittiano del parlamento favorì la ripresa economica interna; in agricoltura si assistè al miglioramento dei conti aziendali, pur in assenza di una riforma agraria, e il sistema industriale crebbe con la nascita della grande industria nel nord . Un altro elemento favorevole fu la forte emigrazione verso le Americhe, che consentì di diminuire la disoccupazione e fornì attraverso le rimesse degli emigranti, un consistente aiuto all’economia italiana.

La politica estera
Giolitti curò i rapporti con la Francia, che divennero buoni, anche se mantenne la tradizionale alleanza con l’impero austro-ungarico e la Germania. Anche per venire contro il nazionalismo, in forte crescita in Italia come del resto in tutta Europa, attaccò l’impero ottomano e occupò la Libia, scontandosi on una decisa guerriglia da parte delle popolazioni locali. La guerra ebbe termine nel 1913 con la vittoria degli italiani.

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